Il lavoro in rete

Schema progetto individuali

La trasformazione introdotta in Italia dalla

  • Legge 5 febbraio 1992, n.104 – “Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”
  • Legge 328/2000 di riforma del welfare – “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”

all’interno di un complesso quadro di modificazioni, riforme ed innovazioni che ha investito l’intero Paese e le sue strutture (Riforma del Servizio Sanitario Nazionale e disciplina dei percorsi assistenziali integrati – Disposizioni sull’autonomia scolastica, per l’elevamento dell’obbligo di istruzione, per il sostegno e l’accessibilità agli strumenti didattici e formativi a favore degli alunni disabili – Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali ), fino a raggiungere tutte le articolazioni funzionali coinvolte nel processo di inclusione delle persone con disabilità, ha richiesto la necessità di realizzare contestualmente un sistema territoriale integrato di relazioni e competenze per strutturare ed avviare percorsi operativi condivisi da tutti i soggetti coinvolti nel peculiare processo rivolto alle persone con disabilità, fin dall’età evolutiva (0-18 anni).

Riuscire a diffondere ed attuare tale prospettiva in tema di disabilità comporta la presenza di un fertile terreno culturale per poter costruire prassi di inclusione reale basate sul rispetto, competenza, dedizione, corresponsabilità, condivisione, confronto di ruoli.

Purtroppo, in un quadro normativo, istituzionale e sociale decisamente cambiato, molti territori hanno registrato ritardi nel predisporre ed attuare in materia sistemi efficienti e condivisi, metodi efficaci di Governance e… “buone prassi”, particolarmente sulle azioni indirette a favore della persona con disabilità che si svolgono non in sua presenza ma che contribuiscono a creare le migliori condizioni per la realizzazione degli interventi diretti: riunioni ed incontri per la determinazione e stesura del progetto di presa in carico, lavoro di rete tra istituzioni coinvolte, sostegno e supporto alle famiglie, ecc.

La Regione Puglia, dopo un primo provvedimento nel 2003, ha recepito la Legge 328/2000 con Legge regionale 19/2006 e successivo Regolamento di attuazione 4/2007.

Il Comitato “Disabilità e diversabilità”, operativo all’interno dell’Associazione Più Valore Onlus, sensibile al tema ha inteso operare nell’ ambito specifico con l’obiettivo di far crescere l’impegno complessivo e rafforzare le azioni a tutela del diritto all’inclusione, non come applicazione formale bensì sostanziale della legge, attraverso l’approccio multi-interdisciplinare delle iniziative, coordinate e convergenti in complementarietà.

Indubbiamente un percorso complesso, che non può più tradursi in un semplice accostamento degli obblighi e delle competenze di ognuno.

Delineare e definire percorsi condivisi richiede innanzitutto una fase di strutturazione dei legami e delle relazioni professionali tra i vari attori ed operatori coinvolti, che si devono plasmare e consolidare prima di capitalizzarsi e rendersi operativi attraverso l’attivazione di servizi accurati, di qualità e prestazioni uniformi nell’ambito del territorio.

Questa attività di raccordo è previsto sia sancita formalmente attraverso specifici strumenti giuridici quali:

  • gli “Accordi di Programma” tra enti locali ed altri soggetti pubblici e privati, in attuazione di una intesa istituzionale per la definizione di un piano esecutivo di interventi di interesse comune o funzionalmente collegati, nell’ambito delle rispettive competenze e funzioni (L.104/1992, art.13, comma 1 lett. a – L.R. 10/1997, art 19 – L. 267/2000, art. 34 – L.328/2000, art.19);
  • i “Contratti di programma”, per consentire, anche a soggetti privati come le associazioni, di sottoscrivere un percorso condiviso di interventi (L. 662/1996, art. 2, comma 203).

Fondamentale è la fase successiva dedicata alla comunicazione tra le parti, efficace e condivisa, che deve tradursi in obiettivi comuni tangibili e, riteniamo, innovativi, a cui tutti gli interlocutori devono concorrere con le proprie risorse e potenzialità.

A rafforzare il concetto di sinergia coordinata delle differenti componenti istituzionali e sociali coinvolte nel percorso di integrazioni vi è il recente Protocollo d’Intesa tra i Ministeri della Salute e dell’Istruzione – “per la tutela del diritto alla salute del diritto allo studio degli alunni e studenti con disabilità“, sottoscritto  il 12 luglio 2012.

Chiave di volta, in questo viaggio comune, è quindi “la condivisione coordinata in rete”: pertanto, si intende promuovere, nel nostro territorio, il rilancio di un percorso di coinvolgimento partecipato, collegiale e professionale, tra i vari soggetti dell’inclusione – A.S.L., Ente locale, Scuola, Famiglie, Terzo settore -, ciascuno per le precipue competenze, superando le inerzie.

L’obiettivo è di

  • predisporre, nel progetto  individuale di inclusione, prassi condivise per la corretta presa in carico globale della persona, nel rispetto individuale di potenzialita e bisogni dellai persona, che cambiano nel tempo
  • attivare e rendere fruibili tutti i servizi e gli inteventi utili atti a migliorare le potenzialità cognitive, comunicative, relazionali, sociali e la qualità della vita
  • conseguire il miglior coordinamento di rete tra i vari attori e tra i differenti interventi, potenziandone l’efficacia attuativa
  • sviluppare le autonomie della persona in carico, favorendone l’inclusione sociale e lavorativa

Indispensabile, nel percorso, è l’apporto costante e positivo della “Famiglia della persona con disabilità”, che deve occupare un ruolo speciale e propositivo, di principale “mediatore”, anziché ripiegare verso scelte di solitudine.

Indispensabile è l’apporto dell’ “Azienda Sanitaria Locale” nelle sue molteplici funzioni e dimensioni, ed a cui è delegata, tra l’altro, la responsabilità di migliorare lo “stato di salute” della popolazione, con particolare riguardo verso i soggetti “fragili”, ed il raggiungimento delle finalità in materia di prestazioni di riabilitazione ed inclusione, assolvendo al precipuo compito deputato al Servizio Sanitario Nazionale e Regionale.

Indispensabile è la “Scuola” con le sue risorse, la sua storica esperienza, l’organizzazione, le strutture e l’incomparabile apporto umano e professionale di cui si avvale, opportunamente impiegato e valorizzato.
Indispensabile è “l’Ente Locale”, alla luce del ruolo e delle funzioni demandate in materia anche dalla Legge 328/2000.

Indispensabile, infine, è il “Terzo Settore” (volontariato, associazioni di promozione sociale, organizzazioni Onlus, cooperative sociali, ecc. ), al quale sempre più è affidato un ruolo di responsabilità nella materia, in un quadro di “welfare community” o welfare plurale che intende rendere co-protagonisti i cittadini, le famiglie nonché le formazioni sociali del no-profit in tutte le fasi della partecipazione alla costruzione dello Stato sociale: programmazione, realizzazione, e verifica del sistema integrato del welfare